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Rifiorisci in un B&B
nel Monferrato

Pampucet apre ed è pronto ad accogliervi.
Concedetevi una vista straordinaria, un luogo magico, un momento di meraviglia.

Benvenuti
a Pampucet

Pampucet è il nome piemontese della primula.
Un fiore che spunta nei nostri prati dal terreno indurito dal gelo dell’inverno e sboccia ai primi raggi di sole, lievi carezze che parlano di vita.
Segno di risveglio e di ripartenza.

Questo è ciò che offriamo ai nostri ospiti: una pausa e una ripartenza.
Un luogo per rigenerarsi e rifiorire circondati dai tanti amori che si respirano in questa antica canonica settecentesca.

Colcavagno

Pampucet è a Colcavagno, minuscolo borgo del Monferrato astigiano, vicino e lontano da tutto.
Immersi nel silenzio e nella natura, vi sentirete trasportati in un luogo e un tempo sospeso.

Eppure tutto è così vicino: Torino a 57 chilometri, Casale Monferrato a 36 e Asti a 21, Pampucet si presta ad essere la base per molte escursioni in giornata e Antonella ha preparato per i suoi ospiti una piccola guida di consigli preziosi per bellezze e bontà di questo straordinario territorio.
Le cose più belle sono quelle da cercare.

Scopri il Monferrato

Ha una storia antica. La sua origine ruota attorno alla figura di Aleramo. Molte le leggende che si raccontano di lui, quello che è certo è che fu fondatore del Monferrato nel 967.
Nel 1111 il Monferrato divenne marchesato conoscendo un periodo di splendore e infine nel 1573 passò ai Gonzaga, signori di Mantova. Territorio esteso compreso nelle provincie di Asti ed Alessandria, è stato riconosciuto Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2014.

Caratterizzato da colline e piccoli paesi arroccati su ogni colle, si presenta meta ancora intatta e autentica, dove ogni piccola comunità mantiene usi e costumi che si tramandano immutati da secoli. Ogni paese ha un castello e camminando tra i prati, in modo inatteso, scoprirete meravigliose chiese romaniche, veri e propri gioielli d’arte. Sulle colline si adagiano le vigne che danno origini a straordinari vini, anche questi tutti da scoprire: la Barbera, il Ruchè il più famoso tra i vini prodotti grazie al rinnovato interesse per i vitigni autoctoni.

Questo è quello che è visibile, ma il tesoro più prezioso è sotto terra: il tartufo bianco detto in piemontese “trifula”. In autunno lo troverete nelle numerose bancarelle delle tante fiere o sui piatti dei migliori ristoranti. Una meraviglia dell’olfatto e del palato.
Unico avvertimento: non chiedete mai al “trifulau” dove lo ha trovato. Vi fareste sicuramente un nemico perché i luoghi della trifula sono segreti e si tramandano di padre in figlio.